
Ecatombe 2, la vendetta
Seconda e ultima puntata sulle numerose rinunce e mancate iscrizioni in B1 e B2, senza nessuna pretesa di essere esaustivi. Tra l’altro all’ecatombe si è aggiunta un’altra defezione, quella della Tasp Teramo. Avevo scritto: la riforma che ha portato le squadre di serie B da 64 a… 136 per me è fuori da ogni logica. Troppe squadre. Avevo aggiunto: per scoprire le reali motivazioni di qualunque cosa, la regola d’oro è “follow the money”. Segui i soldi. Dunque, cos’ha spinto la Fip a far diventare la serie B un calderone di queste dimensioni?
La risposta è più semplice di quanto si possa pensare: non lo so. Tutto quello che so è che le società, per ogni giocatore senior tesserato, devono pagare il parametro. La Fip provvede poi a ripartirlo tra le società che quel giocatore lo hanno “formato” e “addestrato”, trattenendo per sé una certa quota. La stagione ventura si paga per tutti i nati fino al 2005. Per i 2006 il parametro è la metà, dal 2007 in poi non si paga.
Il conto è presto fatto. In B1 il parametro ammonta a 7.500 euro, compresi gli stranieri. Se una Società di B1 tessera -poniamo- otto giocatori di età superiore a vent’anni, paga 60mila euro. In B2 il parametro è di 4.000 euro. Se una Società di B2 tessera -poniamo- otto giocatori di età superiore a vent’anni, paga 32mila euro. Le Società di B1 sono 40. Quelle di B2 sono 96. Come dire che per i tesseramenti si muove un bel serpentone di banconote. Attenzione: se una Società rinuncia, non si iscrive, fallisce, non rinnova l’affiliazione, i parametri non vengono più frazionati. La Fip se li trattiene per intero (questo singolo argomento merita una puntata di “Contromano”).
Ho letto con attenzione la tesi di coach Ponticiello, espressa nei commenti alla prima puntata. Spero che legga anche queste righe. “Little Bridge” in pratica dice: Il passaggio dalla B unica alla suddivisione in B1 e B2 ha fatto lievitare a dismisura i costi della B1 e ha penalizzato la B2, poco visibile e meno appetibile per gli sponsor. Vero, ma secondo me la cura è diminuire le squadre, non aumentarle. In più, c’è da considerare che le sponsorizzazioni spesso hanno altre motivazioni che un reale ritorno in termini di visibilità.
Per finire, ancora about the money. Sull’onda della medaglia d’oro agli Europei maschili Under 20 e del bronzo agli Europei femminili, il presidente della Fip ha dichiarato che il basket italiano è in grande salute. Giorni fa un uccellino mi ha cinguettato nell’orecchio a quanto ammonta il contributo annuale versato dal Coni alla Fip. Soldi che bastano per fare una guerra. Più in salute di così si muore.