CONTROMANO

Vile, tu uccidi un uomo morto!

…Così disse un tale Francesco Ferrucci, quasi cinquecento anni fa, al suo nemico Maramaldo che stava per finirlo. Tant’è vero che ancora oggi “maramaldeggiare” significa infierire. La domanda delle 100 pistole è: ma nel basket, è tecnicamente possibile “non infierire” giocando contro una squadra molto più debole? Si, certo che si.

Per non infierire ci sono tre semplici cose da fare. 1) Mettere a sedere i migliori. 2) Non pressare a tutto campo. 3) Abbassare il ritmo.

Detto questo, però, se una partita finisce 210-3 (duecentodieci a tre), evidentemente c’è qualche problema che va al di là dell’infierire o meno. E’ successo a livello Under 17, le squadre erano Casale sul Sile e Mogliano Veneto. L’episodio ha sollevato un gran polverone, è addirittura intervenuta la Fip annunciando “verifiche di tipo morale”. E come sempre accade in questi casi, la stampa -anche non sportiva- ci si è tuffata a capofitto e ci sta inzuppando il pane.

Ora: sembra che i ragazzi di Casale sul Sile si siano lasciati andare a gesti idioti, tipo sberleffi o prese per il culo, all’indirizzo dei malcapitati di Mogliano. Se è vero, è gravissimo. Vorrebbe dire ignoranza TOTALE dei principi più elementari di cultura sportiva. Ma al di là di questo, se i vincitori non avessero infierito, come sarebbe finita? 100-6? E vi pare normale che tra due squadre dello stesso campionato ci sia un divario così abissale? No, non lo è.

Io ripeto sempre a certi dirigenti, che fanno molta fatica a capirlo: c’è una bella differenza tra un giocatore scarso e un non-giocatore. Il giocatore scarso le cose le fa. Male, ma le fa. E magari nella sua testa ha ben chiaro come andrebbero fatte. Il non-giocatore non è che fa le cose male, non le fa proprio. Non è un problema di cattive esecuzioni, è che il tipo non ha la minima idea di dove si trovi e di cosa stia facendo. Un ragazzo che ha cominciato a giocare da poco, che magari non ha grandi capacità motorie di base, che non ha avuto né tempo né modo di apprendere le basi, non è semplicemente “scarso”. E’ ancora un non-giocatore, e gli va dato il tempo di diventarlo.

E’ esattamente la distinzione che mi fa venire in mente questa partita. Una squadra che perde 210-3, verosimilmente non è una squadra scarsa. Non è proprio una squadra. Strano, visto che la categoria è Under 17. Si presuppone che i baldi giovanotti non abbiano cominciato a giocare ieri. Magari hanno disputato i campionati U13, U14 e U15, prima. E secondo questo fesso che scrive, è  inconcepibile mandare allo sbaraglio ragazzi che per un motivo o per l’altro, sicuramente non per colpa loro, sono lontanissimi da un livello quantomeno accettabile.

Che i vincitori non dovevano infierire, è pacifico. Che gli avversari vadano sempre rispettati e mai umiliati, siamo tutti d’accordo. Ma io colgo un altro aspetto, ovviamente “contromano”: è scandaloso che esista un divario di quel tipo tra due squadre della stessa categoria.

La Federazione deve assolvere al suo compito di sviluppo del basket, migliorare la mentalità delle Società, sensibilizzare i dirigenti, fare in modo che si esca una volta per tutte dall’equivoco (volutamente ambiguo!) agonismo o inclusione. E poi incentivare le aree depresse, curare la preparazione e la qualità degli istruttori, organizzare raduni. In una parola, aumentare la qualità del movimento giovanile. E’ questo il compito della Fip, non “avviare verifiche di tipo morale”. Dopo che una partita è finita 210-3, è troppo facile andare dai vincitori a dirgli non dovevate infierire. 

Vile, tu uccidi un uomo morto!

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