
Qui comincia l’avventura
Il colpo di grazia me lo ha dato Giorgia Meloni. Calma, non ho nessuna voglia di parlare di politica. Il fatto è che la presidente del consiglio, parlando di cosa accadrà quando terminerà il suo mandato, si è espressa così: “Quando sarà finita questa avventura…”. Avventuraaa? Quoque tu, Giorgia! Ma chi l’ha tirata fuori per primo questa grandissima stronzata dell’avventura? Portatemelo qua, lo voglio guardare in faccia. Siamo letteralmente perseguitati. Assumo un incarico? Sono pronto e motivato per questa nuova avventura. Devo augurare buon lavoro a qualcuno? In bocca al lupo per la tua nuova avventura. Finisce qualcosa? Siamo arrivati al termine di questa avventura. Ma basta, per carità di Dio, basta! Non bastava lo sport, adesso anche la politica. Definizione di “avventura” sul dizionario italiano di Oxford Languages: “Vicenda singolare e straordinaria, evento inaspettato”. Vocabolario Treccani: “Caso inaspettato, avvenimento straordinario”. Oppure (sentite questa): “Impresa rischiosa, per ciò che vi è in essa di ignoto e inaspettato”. O infine (apoteosi): “Prova il cui esito è casuale”. Che c’entra tutto questo con il lavoro? Al concetto di “avventura” è strettamente connessa una condizione di sorpresa, di incertezza, di rischio. Ora, nel basket capisco benissimo l’incertezza del risultato e l’incidenza del fattore c.(ulo). Ma il lavoro, nello sport, consiste proprio nell’esatto contrario dell’avventura: fare in modo di ridurre al minimo la casualità e lo stato aleatorio. Se vado ad allenare una squadra, non sto partendo per la Malesia sulle tracce di Sandokan. Sto andando a lavorare. Il mio compito? Rafforzare il più possibile le certezze, ridurre al minimo l’imprevisto. Le avventure le fa Topolino.
Esempi assolutamente calzanti . Mi viene da pensare che “ l’avventura” la viviamo noi a questo punto cara Giorgia !
Sono d’accordo, ma poiché qui si parla solo di basket non lo posso dire.