Remo el matador

Dal 2004 il Palasport di Roseto è intitolato a Remo Maggetti. “L’uomo dal braccio d’oro”: così lo chiamò una volta Aldo Giordani, riferendosi alle sue straordinarie qualità di realizzatore. Era un uomo di taglia normale, non arrivava al metro e 80. Ma aveva due razzi nelle gambe, correva e saltava come un puma. Da ragazzo alternava basket e calcio, come altri personaggi dello sport rosetano, ed era molto forte anche a pallone. Negli anni ‘50, Maggetti formava una formidabile coppia di guardie insieme al compare Emidio Testoni, quest’ultimo tuttora nello staff della Pallacanestro Roseto. La squadra, raccontano, giocava quasi esclusivamente contropiede, e Remo con la sua esplosività ne era interprete sopraffino. Poi, nel 1960, il piccolo grande uomo andò a vincere trofei in serie all’Ignis Varese. Due scudetti, una Coppa Intercontinentale, una Saporta Cup. E pure due presenze in Nazionale. Di lui mi piace ricordare una celebre impresa balistica al “Pabellon”, il leggendario palasport di Madrid. L’anno doveva essere il ’65, Remo segnò 32 punti e l’Ignis trionfò. L’indomani la Gazzetta dello Sport titolò: “Maggetti ‘mata’ il Real”. Il principale quotidiano sportivo spagnolo usò lo stesso identico titolo: “Maggetti mata el Real”.  

Remo el matador

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