
Santa Barbara
Questa a Roseto la sanno anche i sassi. Ma altrove, magari qualcuno non l’ha mai sentita. Era una calda estate di fine anni ’60. Di punto in bianco e senza averne alcuna autorità, il leggendario colonnello Aldo Anastasi (ancora lui) si sostituì al papa e decise che San Gabriele dell’Addolorata doveva essere il santo patrono del basket. Motivo? In un incidente automobilistico aveva perso la vita uno stretto collaboratore del colonnello, mentre lui non si fece neanche un graffio. Seduta stante, l’istrionico Aldo stabilì che di sicuro doveva essere stato un miracolo di San Gabriele. Erano i giorni del Trofeo Lido delle Rose, non so bene le squadre, ma c’erano sicuramente Cantù con Morbelli dirigente e Stankovic allenatore, la Gillette di Jim McGregor e un Club cecoslovacco. Anastasi, preso da uno dei suoi proverbiali raptus, sentenziò: domattina tutti a San Gabriele per la proclamazione del nuovo santo patrono. Costrinse giocatori, allenatori, dirigenti e arbitri a una solenne alzataccia, caricò tutti su due pullman e li portò al Santuario, dove indusse cecoslovacchi, marocchini e americani di tutte le religioni a farsi la comunione. Quelli, stralunati, eseguirono, senza neanche rendersi bene conto di cosa stessero facendo. Il Padre Superiore era esterrefatto: “Colonnello, ma sta scherzando? Come sarebbe santo patrono? E poi San Gabriele non ha mai giocato a basket!”. Anastasi: “E perché, Santa Barbara sparava?”.