Dan Peterson e la 1-3-1

Ancora oggi, 50 anni abbondanti dopo l’arrivo di Dan Peterson in Italia, moltissimi sono convinti che la 1-3-1 l’abbia inventata lui. E’ uno di quei miti che si tramandano di bocca in bocca per anni e che tutti danno per scontati. Un solo problema: non è vero. Fu lo stesso Peterson, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport datata 2006, a sgomberare il campo dai dubbi. Raccontò che la difesa a zona 1-3-1 “trap” (che non è il genere musicale, significa “trappola”, cioè raddoppio) l’aveva imparata da coach Jack Ramsay, leggendario allenatore americano dalla ventennale carriera NBA tra Philadelphia, Portland e Indiana. Però quell’intervista non l’hanno letta tutti. Sicuramente il “nano ghiacciato” ha contribuito in modo decisivo alla diffusione della 1-3-1 in Italia, usandola a dosi massicce con la sua Milano a partire dal 1978. Ma ho elementi sufficienti a ipotizzare che, oltre a non averla inventata, non sia stato lui il primo neanche a importarla dagli Usa. Ricordo distintamente che nella stagione 1975-76, quindi due anni prima che Peterson passasse da Bologna a Milano, in una ridente cittadina balneare delle Marche chiamata Porto Recanati -dove c’è da sempre forte passione per il basket- la locale squadra di Promozione faceva la 1-3-1. Non so chi fosse l’allenatore (azzardo: Rolando Giorgi?) né dove l’avesse imparata, ma questi sono i fatti. Forse qualche appassionato di quelle parti che non ha più 20 anni, e nemmeno 40, e manco 50, può aiutarmi a ricostruire. In quanto alla 1-3-1 resa famosa dal grande Dan a Milano, c’è un aneddoto simpatico che ho sentito raccontare da… Mike D’Antoni! Tra una settimana, su “Flashback”.  

Dan Peterson e la 1-3-1

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