Non è il braccio

Di Lucio Iezzoni, scomparso ormai 5 anni fa, è stato detto e scritto praticamente tutto. Playmaker del Teramo Basket negli anni ruggenti, poi allenatore geniale del Cus Teramo, grande fama di “tombeur de femmes”, personaggio incredibilmente carismatico. Quando ci lasciò lessi con gusto il ricordo di Mario Di Francesco, suo ex-compagno di squadra, che citava i famosi passaggi “a effetto”. Una tecnica molto particolare per passare la palla che ho visto fare solo da lui. Del periodo in cui allenava ho ancora nelle orecchie il racconto delle sue riunioni tecniche a tavola, usando mele o bicchieri per illustrare i movimenti, e dei suoi pittoreschi e originalissimi time out (“Adesso difendiamo box&one”. E subito dopo, rivolto a Marco Schiavi attuale coach di Vasto: “Tu sei one”). Di mio ci voglio aggiungere uno di quegli episodi che di solito il politicamente corretto tende a censurare. Narra la leggenda che “Ciuciulo”, così lo chiamavano tutti, fosse fornito di quella che Fabrizio De Andrè chiamava “tra tutte le virtù la più indecente”. Siamo a Teramo, nella vecchia Casa dello Sport, più di qualche anno fa. Finisce l’allenamento, squadra sotto la doccia. D’improvviso arriva un blackout e lo spogliatoio piomba al buio. Nella confusione generale, qualcuno dice: “Di chi è questo braccio?”. E Lucio, con la sua caratteristica vocina: “Non è il braccio…”

Non è il braccio

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