
“Che fai ancora qui?”
Nel 1988 facevo il vice in B1 a Roseto. Ero giovane, il campionato era importante, mi sentivo al centro del mondo. In estate mi chiama una Società vicina, offrendomi la panchina di capo allenatore in serie C. Vado a parlarne col presidente di Roseto, il leggendario Giovanni Giunco.
“Sa, ho quest’offerta… mi danno pure più soldi”. Mi illudevo, povero fesso, che il presidente tentasse di trattenermi. Ma no, resta qui, magari ti ritocchiamo il compenso. Invece fu lapidario. “Ti vogliono? E che fai ancora qui? Vai, corri.
Quando uno dei miei pensa di andare a migliorare la sua situazione -sottile presa
per i fondelli- io non lo trattengo mai”.
Che lezione. Ovviamente rimasi.
Adesso alleno le giovanili. Dall’anno scorso c’è lo svincolo, ogni tot salta fuori
qualcuno che vuole cambiare squadra. La scelta se lasciarlo andare senza battere ciglio o provare a convincerlo a restare spetta alla società.
Ma se dipendesse da me, risponderei come il grande Giovanni. “Pensi di trovare di meglio? E che fai ancora qui?”