
Parliamo da allenatori 2.
Facciamo a capirci: usare un linguaggio strettamente tecnico, anche no. Quello lo riserviamo ai colloqui tra allenatori. E ovviamente ai giocatori, soprattutto quelli meno svegli, che fanno fatica a memorizzare come si chiamano le cose che facciamo in campo. Ma con i giornalisti, un minimo di terminologia appropriata bisogna adottarla. Altrimenti le analisi delle partite saranno sempre superficiali e negli articoli lorsignori parleranno sempre e solo delle prodezze individuali, mai dei meccanismi di squadra. Sento dire, in conferenza-stampa: ci abbiamo messo molta energia. Abbiamo lottato per 40 minuti. Non abbiamo mai mollato. Ho capito: ma avrete anche giocato in un certo modo, no? Se non fai qualcosa di appropriato tecnicamente e tatticamente, stai fresco a mettere energia, lottare e non mollare. Oppure: all’inizio abbiamo sofferto le uscite dai blocchi dei loro tiratori, poi siamo riusciti a trovare le giuste contromisure. E allora spiegalo, quali erano queste contromisure! Se dici, che ne so: “Invece di inseguire il tiratore e fare finta di cambio col difensore del bloccante, ci siamo incollati faccia a faccia per negare le traiettorie di uscita”, magari aiuti i giornalisti a fare un’analisi più approfondita. E a capire meglio perché Tizio nei primi due quarti ci ha crivellato e poi invece ha fatto fatica anche solo a ricevere. O ancora: abbiamo pagato le cattive percentuali al tiro. Ok: e come mai abbiamo tirato male? La partita non è una gara di tiro a segno, ci saranno stati fattori che avranno influenzato le nostre percentuali. Cattive scelte di tiro, spaziature sbagliate, pochi extrapass. Specifica! I giornalisti meno intelligenti faranno orecchie da mercante e continueranno a guardare solo se la palla va dentro. Ma quelli più intelligenti saranno sicuramente felici di avere altre chiavi di lettura, invece di scrivere semplicemente “ha segnato Pasquale, 20-18, ha segnato Nicola, 20-20”. Altrimenti continueremo a leggere che “il break decisivo lo ha firmato Giovanni”, che la squadra ha vinto perché “ha giocato con gli attributi”, o ha perso perché “non ci ha messo il cuore”.