Il toro? Un felino

Una delle più divertenti che ho letto era: “Leoni contro Tori (i nickname delle due squadre, nda), un match senza esclusione di colpi dove vincerà il felino (!) più affamato”. Era il comunicato col quale l’ufficio stampa di un Club di serie B presentava una partita. A parte l’uso improprio del “dove”, che ormai tutti ficcano dappertutto, fui davvero sorpreso nell’apprendere che non solo il leone, ma anche il toro è un “felino affamato”. Perle come questa non sono rare, nei comunicati degli uffici stampa. Che obiettivamente, dalla B in giù, hanno una serie di problemi. In ordine sparso: 1. Più di qualche volta litigano con la grammatica e la sintassi (“I nuovi dirigenti SCEGLIE di non pagare gli stipendi”. Speriamo che la Società scelgono di pagarli). 2. Capita che siano curati da non addetti ai lavori, te ne accorgi subito dalla terminologia impropria e da strafalcioni tecnici (“La Società X ha ingaggiato un centrale”. Si, e magari anche uno schiacciatore e un mediano di mischia). 3. Non hanno il senso della misura, scrivono cose roboanti come se non ci fosse un domani. La vittoria è una “grande impresa”, la prestazione è “favolosa”, gli avversari “asfaltati”, l’obiettivo è “un sogno”, se va bene “si scrive la storia”, ogni successo è “una pagina memorabile”. 4. La mancanza di sobrietà e senso delle proporzioni investe anche i campionati giovanili. Qui in Abruzzo ci sono partite a livello, che ne so, Under 14, che finiscono tipo 130-4. Figuriamoci che senso ha scrivere “prestazione magistrale dei nostri ragazzi che dominano in lungo e in largo”. Ma per piacere.

Il toro? Un felino

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