
Nickname in rima
Da sempre gli americani hanno la mania di affibbiare soprannomi ai giocatori, il più delle volte basandosi sulle caratteristiche tecniche o fisiche. Così sono entrati nella storia i nickname “Magic” (Johnson) a uno che faceva giochi di prestigio col pallone, “Air” (Jordan) a quello che invece di saltare volava, “Pistol” (Pete Maravich) a un grande tiratore. E poi “Mailman” (Karl Malone) perché la imbucava sempre, o “The Worm” (Rodman) al tatuato contorsionista. Oggi abbiamo “The Joker” (Nikola Jokic), uno che sul campo fa tutto come un Jolly a scala 40. Oppure “King James” (Lebron), e non c’è bisogno di spiegazioni. Altri soprannomi hanno origini più strane. “Doctor J.” era un nickname che Julius Erving si portava dietro fin da ragazzino. Allen Iverson fu ribattezzato ”The Answer”, perché dare la palla a lui costituiva la risposta a tutti i problemi. David Robinson per tutti era “The Admiral”, a causa del suo passato in Marina. Kobe Bryant si auto attribuì il nickname “Black Mamba”, a sottolineare che era velocissimo e velenosissimo come il serpente africano. L’italiano Marco Belinelli, 13 stagioni in Nba, fu sorpreso quando il pubblico di Golden State scandiva “Ro-cky!, Ro-cky!”, poi capì che si riferivano alla sua somiglianza con Sylvester Stallone. Giusto per non passare inosservati, molti si fanno scrivere il nickname sulla divisa di gioco al posto del cognome. Questo però più di trent’anni fa lo faceva anche un italiano, Guglielmo Dordei, per tutti Gugu. Ma l’americanata più… americana di tutte è l’abitudine di coniare soprannomi facendo la rima col nome o col cognome, ovviamente senza perdere di vista l’attinenza con l’aspetto fisico o lo stile di gioco. Difficile? Non per i fantasiosi statunitensi. Per esempio l’altissimo Wilt Chamberlain (2,16) era Wilt “The Stilt” (Wilt il trampolo). Il fortissimo Earl Monroe: Earl “The Pearl” (la perla). L’agile e armonioso Clyde Drexler: Clyde “The Glide” (scorrevole, scivoloso). L’infallibile tiratore Reggie Miller? Ovvio, Miller “The Killer”. Hakeem Olajuwon: Hakeem “The Dream”. Per le sue origini, Giannis Antetokounmpo è “The Greek Freak”. Pensa se avessimo questa abitudine anche in Italia, dove -con molta meno fantasia- non siamo andati oltre Antonello Riva “Nembo Kid”, Mario Boni “Super Mario” o Pozzecco “La mosca atomica”. Facendo le rime invece avremmo potuto inventarci, che ne so: Basile il fucile, Tambone il cannone, asso Baldasso, Mordente il serpente (per pochi), Sonaglia la mitraglia, Pozzecco lo stambecco… Ok ci siamo capiti, le americanate lasciamole fare agli americani. Sono specialisti.
Pieno, rubrica eccezionale. Aspetto con ansia ogni nuova uscita. Continua così che è sempre un ottimo inizio di giornata. Ciao Piero.
Siamo contenti!