Siete tutti kamikaze

Un giorno che non so, una persona che non conosco ha detto: “Gli allenatori si dividono in due categorie, quelli che sono già stati esonerati e quelli che presto lo saranno”. E’ vero. Aggiungerei: i cambi di allenatore a stagione in corso si dividono in due categorie. Quelli che producono miglioramenti, ma sono pochi, e quelli inutili, molto più numerosi. Poi ci sarebbe anche una terza categoria, quella dei cambi in cui la situazione addirittura peggiora. Personalmente in carriera sono stato sollevato dall’incarico tre volte. Nessuna delle tre la squadra è poi riuscita a raggiungere l’obiettivo fissato a inizio stagione. Soldi sprecati, mi viene da dire, per pagare due allenatori anziché uno. Altre due volte è stato sostituito il capo allenatore quando io ero assistente. Idem, entrambe le volte fallimento totale. Già vi sento, tutti e 25: “Ma scusa, se proprio vuoi sostenere questa teoria almeno fà un esempio di livello più alto”. Va bene. Serie A. Quest’anno sono saltate finora 7 panchine su 16, quasi la metà.  E già questo è un dato sconcertante. Qualcuno pensa che queste sette squadre abbiano dato una svolta decisiva al loro campionato? Risultati e classifica alla mano, proprio no. Escludiamo Bologna e Varese, dove Luca Banchi e Herman Mandole si sono dimessi. Prendiamo Scafati: alla 14ma giornata esonerato Marcelo Nicola, che aveva 4 vinte e 10 perse. Arriva il pur ottimo Ramondino: 2 vinte, 8 perse. Scafati è penultima. Sassari: Nenad Markovic è stato mandato via alla 15ma, aveva 6 vittorie su 15, pari al 40%. Sostituito da Massimo Bulleri, che ne ha vinte 4 e perse 5: 44%. Accidenti che svolta! E’ andata decisamente meglio a Cremona, dove il misero 15% di vittorie di Demis Cavina è stato migliorato fino al 45% da Pierluigi Brotto. E soprattutto a Napoli, dove il subentrante Giorgio Valli ha fatto nettamente meglio del suo predecessore Milicic, che però aveva 0-8. Ma vogliamo parlare invece di Pistoia? Quattro allenatori cambiati, non mi metto nemmeno a ricostruire vittorie e sconfitte. Dov’è Pistoia in classifica? Combinazione: ultima. Morale, chi pensa di risolvere i problemi cambiando allenatore spesso e volentieri non cava un ragno dal buco. Il compianto avvocato Chicco Zorzi, che notoriamente era poco tenero con gli allenatori, mi diceva sempre: voi siete tutti dei kamikaze, io non accetterei mai di fare un lavoro in cui il risultato dipende da qualcun altro. Era il suo modo per dire: le partite le decidono i giocatori, voi contate poco. Scusa, ma se io sono quello che influisce meno sul risultato perché mandano via me? Se fai questa domanda a un dirigente, a un giornalista o a un tifoso, invariabilmente risponderanno: perché funziona così, perché è la prassi, perché è la legge dello sport, perché non si possono cambiare tutti i giocatori, quindi l’allenatore paga per tutti.  Cioè, questa famigerata “legge dello sport” (ma chi l’ha scritta? Gino Lu Frizzu?) praticamente dice: quando le cose vanno bene è merito di tutti, quando vanno male è colpa di uno solo. E sulla base di questa tremenda cazzata, le società accettano di adottare un provvedimento che in molti casi si rivela inutile e che salvo eccezioni serve solo a sprecare soldi. Complimenti ai geni del management.

#TizioOUT

La verità è che nel corso degli anni l’esonero del coach è diventato un provvedimento “punitivo”. Nel senso: io società non ho nessuna certezza che i risultati miglioreranno, sono cosciente che spenderò più soldi, ma a quello str… lì che sta perdendo tutte queste partite gliela devo far pagare. Specie se c’è una sollevazione della piazza, che a suon di hashtag “#TizioOUT” sui social (i social…) chiede il cambio della guida tecnica. E magari con l’esonero del coach individuo il capro espiatorio che tutti chiedono e nascondo i MIEI errori. Per esempio quello di aver sbandierato a reti unificate obiettivi sproporzionati al valore della squadra. O magari quello di aver imposto determinate operazioni di mercato. Mi sono successe entrambe le cose. P.S.: Dicevo all’inizio, ho subito tre esoneri. In altrettante occasioni sono subentrato ad allenatori esonerati. Tutte e tre le volte abbiamo raggiunto l’obiettivo. Ma non lo scriverò. Non è funzionale al discorso. (2. Continua)

Siete tutti kamikaze

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2 commenti su “Siete tutti kamikaze

  1. Da ex giocatore senza infamia e senza lode non posso che confermare.
    Personalmente l’esonero dell’allenatore l’ho sempre vissuto come una sconfitta personale, prima che della squadra.
    Aggiungo solo che mi è capitato anche l’inverso: allenatore che andava allontanato per palese conflitto di interessi, ma è un’altra storia… 😉

    1. Sandro, abbiamo vinto insieme un campionato di serie B qualche annetto fa e la tua autovalutazione “Senza infamia e senza lode” mi pare un po’ ingenerosa…

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