
Eran giovani e forti…
La distinzione tra giocatori giovani e vecchi piace tanto ai giornalisti e ai tifosi. Coi giovani ci si riempiono la bocca. Apparentemente, i giovani piacciono anche ai dirigenti. Fanno finta. Quando un presidente dice: “Vogliamo costruire una squadra giovane”, in realtà sta dicendo “Vogliamo risparmiare”. Non pretendo di stare nella testa di tutti gli allenatori. Ma nella mia, di testa, c’è sempre stata una sola distinzione: quella tra giocatori forti e giocatori scarsi. Punto. “Devono giocare i giovani”. Certo… Se sono forti! Sta a vedere che negli ultimi minuti, quelli decisivi, uno mette dentro gli sbarbati. O che a 10 secondi dalla fine disegna sulla lavagnetta una rimessa per far tirare un Under. E’ un tiratore? Ha la faccia di caxxo? Allora si. Gioca 40 minuti e si prende pure l’ultimo tiro. Ma se devo far giocare uno guardando la carta di identità, stai fresco. “Non hai coraggio”. Può darsi. Però ho cervello. “Non lanci i giovani”. Aridaje! Se sono forti li lancio pure dal quinto piano senza rete. Ma se lo devono meritare. Poi è chiaro, un Club deve programmare, pianificare, investire sul futuro. E quindi dotarsi di un settore giovanile di qualità, che produca il più possibile giocatori buoni per la prima squadra. Poi, se vanno nei 12 a fare il dodicesimo o a giocare 30 minuti e prendere 15 tiri dipende da loro. Parlo di squadre di Club. La Nazionale, secondo me no. La penso -ovviamente- all’antica: in Nazionale bisogna guardare all’oggi, cioè all’Europeo, al Mondiale, all’Olimpiade. Non ha senso costruire. La Nazionale per me prende i migliori 12 di quel momento, non quelli che saranno buoni tra due anni. E si raduna due settimane prima del torneo, altro che tutta l’estate a girare l’Europa. Ma questa è un’altra storia. A proposito di Nazionale: l’ho già scritto, quando fallisce un appuntamento parte subito la litanìa dei settori giovanili che non funzionano. Quindi, se l’Italia oggi perde e domani vince, se ne deduce che nei settori giovanili si lavora bene un giorno si e un giorno no. Va bene la pianto qua. Giusto una XXL (una massima): “C’è solo una cosa che non si può insegnare, l’esperienza”. Che saggezza.