The gun in your hand

Questa è bella. Nel corso di una partita Nba, per l’esattezza Memphis-Golden State, Ja Morant  dei Memphis Grizzlies e Buddy Hield dei Golden State Warriors hanno litigato e si sono scambiati il gesto della pistola, mimando una sparatoria. Sempre meglio spararsi per finta che fare a cazzotti sul serio, secondo me. Cosa che peraltro nell’Nba avviene abbastanza spesso. Bene: la Nba ha deciso di ammonire i due giocatori (solo ammonizione, nessuna multa), giudicando il gesto “Inappropriato, ma non violento”. Solo che la partita dopo, contro i Miami Heat, Ja Morant ci è ricascato e ha rifatto il gesto di impugnare un’arma, “sparando” alla sua panchina. Stavolta si trattava probabilmente di un’esultanza dopo un canestro. Essendo recidivo, la seconda volta la Nba non lo ha perdonato e la superstar dei Grizzlies si è beccato 75mila dollari di multa. Ora, sul fatto di fingere di sparare ognuno può pensarla come vuole. Il mai dimenticato Davide Ancilotto a ogni tripla si soffiava sul dito indice e poi faceva il gesto di rinfoderare la pistola, per dire. La considerazione è un’altra: ma davvero a giudicare inappropriata e a sanzionare una cosa simile è un Paese controllato dalla lobby delle armi? Quello dove le pistole sono in vendita dal droghiere e chiunque può acquistarle? Il Paese dove i genitori regalano un Kalashnikov ai figli quando compiono 18 anni? Quello dove ogni tre per due qualche studente fa una strage a scuola sparando a compagni e professori? Il Paese nel quale il secondo emendamento recita “Il diritto dei cittadini a detenere e portare armi non potrà essere violato”? Mi sembra leggermente incoerente.

The gun in your hand

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2 commenti su “The gun in your hand

  1. Piero mi fa piacere leggere e rileggere i tuoi articoli ed esperienze avute, continua a pubblicarli. Volevo solo aggiungere, se permetti, l’errore più grande, a mio modesto avviso, di una società di pallacanestro è quello di non affidare il settore giovanile agli allenatori/istruttori più esperti/anziani, oggi la situazione è peggiorata perché non si lavora più sui fondamentali e pochissimi sono i giovani allenatori che dimostrano, che correggo o è che sappiano rendersi se si fanno comprendere dai loro giocatori, come anche tu hai commentato. Scusa la lungaggine e sperando di leggerti ancora con piacere ti saluto con stima ed affetto. Sandro

    1. Sandro, il piacere è reciproco. Io però non sarei così duro con gli istruttori. Ho tentato di spiegare quanto sia difficile il loro lavoro.

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