
Brutte abitudini 2.
Si lo so, dalla prima puntata sono passate 4 settimane. Ma il tema è sempre caldo. Vi rinfresco la memoria: prima delle ferie abbiamo passato in rassegna le cattive abitudini dei giocatori. Quelle per cui ad ogni allenamento -TUTTI gli allenamenti, anche quelli venuti meglio- ti viene sempre e comunque voglia di prendere a calci qualcuno. Nella prima parte ho fatto una carrellata sui peccati veniali. Ora andiamo coi reati da galera.
EASY DRILLS – In genere uso esercizi semplici. Ho anche una discreta proprietà di linguaggio nello spiegarli e una certa efficacia nel dimostrarli (slow motion), credo. All’inizio lancio subito un avvertimento: non mi fate ripetere le cose tre volte. Ma c’è sempre quello che sbaglia la rotazione nelle file, quello che passa la palla nella fila sbagliata, quello che parte sparato all’attacco invece di fermarsi. Saranno duri d’orecchio o di comprendonio? Forse tutti e due.
IL TIRO DI FRUSTRAZIONE – Tipico del giocatore che crede di avere esigenze individuali superiori a quelle di squadra. Fa il campo avanti e indietro due, tre, quattro volte senza vedere palla, alla quinta spara un tiro affrettato-forzato-fuori ritmo che non c’entra niente col contesto del gioco. Quanti ne ho messi a sedere, nella speranza che capissero. Non hanno mai capito.
I MANCATI RIENTRI – Eeeeeh, nota dolente. Sbaglio, oppure sbaglia un compagno, mi incazzo, non torno in difesa, lasciando i compagni in quattro. Si chiama alto tradimento, in tempo di guerra è punibile con la fucilazione al petto.
LA DIFESA CONTEMPLATIVA – Ci sono quelli che, forse traditi dalla terminologia americana per la quale “marcare” suona “to guard”, in difesa si limitano a guardare l’avversario, sperando che sbagli. Parte un esercizio agonistico e questa tipologia di giocatore gioca la difesa “contemplativa”. Per ottenere che cambi linguaggio del corpo, abbassi il culo, metta pressione sulla palla, anticipi, devi per forza sturargli le orecchie tirando un paio di urlacci. Ma la volta dopo fa uguale.
IL BACKDOOR FANTASMA – Un difensore anticipa. L’attaccante senza palla ha due possibilità: smarcarsi o tagliare backdoor. Puntualmente, se l’uomo senza palla si smarca sul perimetro, il passatore gliela dà profonda verso il ferro. Se invece taglia backdoor, gliela passa dov’era prima. In entrambi i casi la palla va fuori, i due si guardano come babbei e sembra che si siano conosciuti 5’ prima dell’allenamento. Invece giocano insieme da quando avevano 12 anni.
LE PROTESTE SUI FISCHI – Personalmente, ho sempre usato il 5c5 in allenamento per migliorare e collaudare attacchi, difese e situazioni speciali, senza che mi importasse una sega di chi vinceva. Figuriamoci dell’arbitraggio. A meno che non mettessi a bella posta il punteggio per fomentare l’agonismo e farli scannare. I fenomeni invece pretendono che il 5c5 in allenamento venga arbitrato SEMPRE come la finale di Eurolega. Gli incaricati di fischiare di solito sono gli assistenti: da capo allenatore, il primo che protestava col (coi) vice me lo mangiavo. Da assistente, una volta (serie B) c’era un giocatore che mi accusava di fischiargli apposta contro per metterlo in cattiva luce col capo allenatore. Gli volevo e gli voglio tuttora molto bene. Un’altra volta (serie A2) c’era il capitano della squadra, tra l’altro ex-Nazionale, che se perdeva il 5c5 in allenamento non mi parlava per due giorni. Spero che stia leggendo, così alla prima occasione ci ridiamo su.
FEGATO SANO – L’elenco delle “bad habits” in allenamento è tutt’altro che completo. Tra i 25 lettori c’è più di qualche allenatore, potete aggiungerne altre qui sotto nei commenti. Intanto vi suggerisco un rimedio eccellente. Si chiama Depurerbe, è a base di carciofo, cardo e tarassaco. Due misurini sciolti in acqua la mattina a digiuno. Ripensandoci, forse era un segno del destino che il Corso Allenatori cui ho partecipato nel lontano 1987 si tenesse a Chianciano. (2. Continua)

Sono arrivata e ovviamente non ho capito niente fondamentalmente perché non so un razzo di basket. Mi è venuta in mente solo una cosa che dicono sempre gli psicologi (e hanno ragione!) quando ho letto che una delle tue “vittime” giocava con l’altra “vittima” da quando aveva 12 anni. I ragazzi (e di più i bambini) imparano dagli esempi e non da quello che gli dici 😂 Prima di salutarti ti dico che puoi cancellare questo commento quando vuoi,non avrò nulla da recriminare 😂
Vittime?