
NBA, la cattiva strada
Questa è incredibile. Leggo su Superbasket qualcosa che riguarda l’NBA. Non ricordo cosa, sono passati molti anni. Mi viene lo schiribizzo di dire la mia. Così scrivo uno dei miei deliri alla rubrica “Lettere al Direttore”, esprimendo garbatamente una serie di considerazioni su quel campionato sempre più simile a un circo, forse spettacolare ma diseducativo. E per una sorta di pudore, firmo con uno pseudonimo (sono timido). Non ricordo nemmeno chi fosse all’epoca il direttore della rivista. Fatto sta che mi rispose, più o meno: “Bosha, non fare scherzi, l’abbiamo capito tutti che sei tu!”. Mi aveva preso per Tanjevic! Ridevo come un matto, resistetti alla tentazione di scrivere di nuovo (sai la delusione nel sapere che invece era un tizio qualunque), ma soprattutto fui inorgoglito dal pensiero che il grande Bogdan Tanjevic sull’NBA la pensava esattamente come me.
LUNA PARK
Da ragazzi, quel campionato per noi era come il tesoro nascosto in un’isola dell’oceano. Negli anni ’70 non c’erano immagini filmate, solo foto o racconti sui campioni leggendari dal livello tecnico e fisico inarrivabile. Negli anni ’80 arrivarono le pittoresche telecronache di Dan Peterson e fu l’esplosione definitiva della NBA passion. Poi però, con gli anni, la modalità Luna Park ha preso il sopravvento. Degli aspetti più affascinanti è rimasto poco. Le partite sono bruttine, a meno che uno non si diverta a vedere solo zompi (salti) e smorfie. Il pubblico pensa più che altro a mangiare pop-corn. Si gioca sul serio solo nell’ultimo quarto, nei primi tre è puro All Star Game. Gli atteggiamenti teatrali dei protagonisti sono esasperati. Il funambolismo da giocolieri e trapezisti domina. Pallacanestro vera poca. Quello che era nato come lo sport di squadra per eccellenza, si è quasi completamente trasformato in un festival, anzi no, in una sagra dell’egocentrismo. E poi è incredibile e grottesco come l’infrazione di passi non esista più. La gente cammina con la palla in mano, cambia piede perno, fa arresti a tre tempi e vigliacco se arriva un fischio.
POLLO GRATIS
Ma il colmo credo si sia raggiunto in una partita Clippers-Rockets, quando Boban Marjanovic dei Rockets, ex di turno, ha… sbagliato apposta un tiro libero per far vincere ai suoi vecchi tifosi dei Clippers un premio sotto forma di pollo gratis. E’ quello che succede in casa dei Clippers quando un avversario fa 0/2 nell’ultimo quarto. Il giocatore serbo ha sbagliato il primo tiro libero, poi si è rivolto al pubblico facendo un gesto come a dire “Tranquilli, ci penso io”, ha sbagliato di proposito il secondo e con l’indice ha dedicato l’errore agli spettatori, che esultavano pregustando i chicken nuggets offerti da uno sponsor. Una pagliacciata così (o dovrei dire americanata?) non c’è nemmeno nel più squallido b-movie interpretato da Ronald Reagan prima che gli venisse l’idea di candidarsi a Presidente degli Usa. A questo punto manca solo che si cominci a fare tutto per finta, come nel Wrestling.
CATTIVO ESEMPIO
Dice: ok., sono problemi loro, basta non guardarli. Eh, no! Il problema è il pessimo esempio per i ragazzi, che se guardano l’NBA si convincono che il basket è un incrocio tra cabaret e avanspettacolo. Ci sono 15enni che rinunciano a un comodo appoggio al tabellone per fare tiri rovesciati e carpiati con inutili cambi di mano. Gli chiedi un arresto e loro fanno step-back. Per insegnargli a non fare palleggi inutili che non portano alcun vantaggio devi lottare con la loro voglia di palleggiarsi tra le gambe o con mille esitation. Ancora un po’ e si palleggiano pure dietro le orecchie. I passaggi “under back” che finiscono in tribuna si sprecano. Non sanno eseguire correttamente una partenza, una virata, un tiro in sospensione, ma in compenso si dilettano coi tiri controtempo o cadendo indietro. Un bagno di sangue. Se volete che i giovani giocatori prendano una cattiva strada, fategli vedere l’NBA.
posso aggiungere quella moda di deridere l’avversario dopo un canestro o quella di aiutare l’avversario dopo un fallaccio senza il minimo rispetto per l’avversario, odio che prendiamo dal’NBA il peggio…già parlato della stucchevole propensione di tutte le categorie di tirare da tre ( il migliore tiratore da tre dell’Nba sbaglia di media 6 tiri su dieci) ciao Piero
Ora il quadro è più completo.
NBA inguardabile ed antieducatuva per i giovani di questo sport, Piero hai perfettamente ragione
Non seguivo l’NBA già da ragazzo e nemmeno il basket nostrano: a stento guardavo la classifica della mia squadra.
Ricordo che annuivo condiscendente quando amici mi raccontavano le gesta dei vari Magic, Kareem, Doctor J e Bird; questi sono gli unici nomi dell’epoca che ho imparato a ricordare senza sapere nemmeno chi fossero. Per un decennio buono ho pensato che Magic e Doctor J fossero due soprannomi dello stesso giocatore che invertiva squadra ad ogni plenilunio… 🙂
Fatto outing della mia ignoranza, penso che confrontando filmati dell’epoca con quelli odierni emerge prepotente, oltre alla fisicità, proprio l’aumento della ricerca di gesti scenografici, a volte nemmeno sportivi. Ricerca decisamente inflazionata, per cui tra asticella che si alza e base che si allarga, la deriva e perdita del senso del ridicolo è fin troppo evidente, come evidenziato dal “Bosha” Bianchi Piero.
Ma parliamo di USA, grandi ottimizzatori per il fine ultimo che resta sempre l’utile economico .
Appunto…
Carina questa, d’ora in poi comincerò a chiamarti così… 😉