Cuore, amore, procuratore

Non ho nessuna intenzione di attaccare i procuratori. Non mi accoderò al coro di chi li giudica una categoria di lestofanti senza scrupoli, traffichini, maneggioni, che al movimento non portano alcun vantaggio ma solo danni. E’ una narrazione semplicistica. Io poi in vita mia non ho mai fatto di tutt’erba un … (quella parola lì). Voglio però citare alcuni casi ricorrenti.

Sciacallaggio

Una squadra è in difficoltà, nel senso che perde un certo numero di partite consecutive. Non oltre la terza sconfitta, spesso anche dopo la seconda, si scatenano le telefonate delle agenzie ai dirigenti per offrire un nuovo allenatore. “Lo mandate via? Vi decidete a sostituirlo? Ho Tizio che è pronto, è l’uomo giusto per voi. Verrebbe volentieri, l’accordo lo raggiungiamo in 5 minuti”. Questa non è assistenza ai propri clienti, questo si chiama sciacallaggio. In realtà avevo in mente l’immagine degli squali che sentono l’odore del sangue, ma lo squalo -pur crudele- ha un che di elegante. Più adatto il parallelo con lo sciacallo.

I topi scappano

Può capitare nelle cosiddette Minors. La situazione di partenza è la stessa, ovvero risultati negativi e classifica che piange. Il meccanismo però è al contrario: non richiesta di entrata, ma di uscita. “Il mio assistito non è contento, vuole andar via”. “Il mio cliente ha altre richieste, vogliamo uscire dal contratto”. “Ci aspettavamo altri risultati, preferiamo cambiare aria per salire di livello”. Quando la nave affonda, i topi scappano.

Le Nazionali

Questa invece si verifica ad alto livello. Le agenzie più potenti fanno pressione sui selezionatori delle varie Rappresentative, chiedendo di chiamare in Nazionale i propri assistiti. L’obiettivo è elementare: far crescere la quotazione del giocatore. Nel calcio è rimasto famoso il caso di Claudio Gentile: “Mi hanno fatto fuori da allenatore della Nazionale U21 nonostante un Europeo vinto e una medaglia alle Olimpiadi, perché non mi sono mai piegato alle insistenze dei procuratori per convocare questo o quello”.  

Offerta speciale

“Vuoi Tizio? Va bene, ma solo a patto che prendi anche Caio”. Si certo, come no. Ovviamente Tizio è un tuo preciso obiettivo, mentre Caio con la tua squadra non c’entra nulla e a quanto pare non lo vuole nessuno. A bello (si fa per dire), va bene che si chiama mercato, ma le offerte speciali anche no. Io la squadra la faccio coi giocatori che mi servono.

La ritorsione

Non prendi il giocatore che ti è stato offerto? E’ la fine. Se il procuratore è vendicativo diventa tuo nemico giurato, parla malissimo di te con tutti, si procura una bambolina e un ago per farti i riti Vodoo, te la tira contro augurandoti sconfitte a raffica, chiama tutti i giorni il presidente per dirgli “Avete fatto l’errore più grosso della vita, presto ve ne accorgerete”. E a ogni partita persa commenterà: “Per forza, non avete preso Pasquale (Giovanni, Arturo)”.

Più rumore

Repetita iuvant: non sto generalizzando. Come in tutte le categorie, anche in quella degli agenti ci sono i galantuomini (che ovviamente non si riconosceranno in questi “simpatici” quadretti) e quelli che invece non brillano per lealtà. Solo che i primi lavorano seriamente e in silenzio. I secondi fanno più rumore. 

Cuore, amore, procuratore

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12 commenti su “Cuore, amore, procuratore

  1. Non hai menzionato gli allenatori/procuratori che in palese conflitto d’interessi e intortando il presidente di turno fanno prendere giocatori inutili… 😉

      1. Il giusto.
        Comunque il problema non è la categoria ma le singole persone, un po’ come dappertutto.
        Non è un paese per vecchi integri (semicit.).

  2. Salvo qualche piccola eccezione non ho mai avuto stima verso i procuratori che secondo me sono stati la rovina del basket (per non parlare del calcio), oggi l’allenatore non è tutelato anche perché non ci sono presidenti e dirigenti (ancora una volta salvo qualche eccezione) all’altezza. Siccome hai citato palazzetto di Roseto giustamente dedicato al grande Maggetti io non comprendo la scelta d’intitolare il pala Elettra di Pescara ad una sconosciuta del basket e non al mitico Vittorio Pomilio. Per finire anche tra allenatori non c’è una grande professionalità e rispetto, l’unica volta che sono subentrato ad un collega , a campionato in corso io, prima di accettare l’incarico, lo contattai per sapere come mai si era creata simile situazione, era una forma di correttezza. Ciao Piero continua sempre

  3. Non ho mai avuto un procuratore, ho sempre giocato per vent’anni di fila ed ho smesso quando ho deciso io di smettere… non ero un palestrato, non ero facile da gestire, ma ero onesto e leale… ma soprattutto ( o purtroppo) capivo il gioco e l’ho sempre rispettato!

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