Non toccatemi il tiro da 3

Non sono d’accordo con Dan Peterson! Risposte plausibili a questa affermazione: 1) ma chi ti credi di essere; 2) tu Dan Peterson non lo devi neanche nominare; 3) e chi se ne frega. Tutte e tre più che comprensibili. Ma andare contromano implica il rischio di essere “sfanculato”. E poi non sono d’accordo con Peterson, è vero, ma mica su tutto. La teoria del “nano ghiacciato” che non condivido in realtà è una sola: quella che il tiro da 3 punti ha rovinato il basket. Ogni volta che Dan lo ripete, frotte di pecoroni si accodano. Magari solo perché l’ha detto lui. Io invece non ragiono mai con la testa di qualcun altro.

INTASAMENTI

Ora: che del tiro da 3 punti si faccia spesso abuso, è un fatto. Che molte partite assomiglino a gare di tiro al piattello, è innegabile. Ma io oggi non saprei proprio immaginare un ritorno a prima del 1984, l’anno in cui in Italia è stato introdotto il tiro da tre. Siete troppo giovani per ricordare come si giocava prima del 1984? Ve lo dico io: grandi intasamenti, aree sempre strapiene peggio che a Istanbul nell’ora di punta, 10 giocatori tutti ammucchiati, spaziature inesistenti. Una roba brutta, andate a guardare i filmati se non ci credete.

APRIRE IL CAMPO

Nell’84  arrivarono due novità nel regolamento secondo me provvidenziali: l’aumento delle dimensioni del campo, da 26×14 a 28×15, e la linea da 3 punti. Con le vecchie misure il campo era veramente troppo piccolo per contenere atleti di quella taglia, il “traffico” rendeva il gioco confuso e poco spettacolare. Lo spazio in più si rivelò prezioso. Ma soprattutto, il tiro da 3 punti ebbe l’effetto di “aprire il campo”, come si dice per indicare le situazioni in cui i giocatori sono spaziati e non tutti ammucchiati. Dati alla mano, il tiro da 3 era un’arma formidabile per impedire gli intasamenti: il 40% da 3 equivale al 60% da 2, cosicché aiuti, raddoppi, zone “bulgare”, la scelta di riempire l’area, da quel momento rischiavano di essere puniti da un canestro pesante. Inesorabilmente, le difese furono costrette ad allargarsi fin sul perimetro. Il campo si apriva e le maggiori spaziature favorivano anche lo spettacolo. Gli schieramenti con 4 giocatori esterni e un solo interno hanno poi completato l’opera, rendendo il gioco meno “ammucchiato” e più piacevole anche visivamente. Al di là delle sparatorie esagerate, ce n’è abbastanza per dire non toccatemi il tiro da 3.

BOMBER

In realtà c’è anche un altro elemento a favore del tiro da 3 punti, ma non riguarda esattamente la tecnica o la tattica. Avete presente il ritratto delle “fidanzate del basket” di qualche settimana fa? Bene: le gentili signorine che frequentano i palazzetti col nobile obiettivo di far sentire i giocatori meno soli, a quanto pare subiscono particolarmente il fascino dei tiratori da 3 punti. Chissà, il tiro da lontano forse evoca qualche fantasia erotica. O trasmette una sensazione di potenza. O magari risulta più virile del lavoro sporco come rimbalzi, blocchi, difesa. Così quelli tra i giocatori che fanno canestro da 3 hanno maggiori opportunità di comportarsi da “bomber” anche fuori dal campo. Ti pare niente.

Non toccatemi il tiro da 3

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2 commenti su “Non toccatemi il tiro da 3

  1. Magari le aree non erano sempre intasatissime ed anche le spaziature potevano sembrare “rivendibili” ma è indubbio che l’introduzione del tiro da tre punti abbia portato benefici in termini di velocità e gradevolezza generale … E quanti incontri hanno cambiato inerzia con un paio di “bombe” …

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